L'utilizzo di salve e colpi, per i festeggiamenti nelle feste patronali della riviera ligure, hanno una tradizione antichissima e si fa risalire almeno al XVII secolo.  A Recco questa tradizione risale agli inizi del 1400 ed è legata al culto della Madonna del Suffragio, patrona e protettrice della città. Pare che già nei primi dell'ottocento o forse addirittura prima, la gente della frazione di Verzemma si recasse sulla costa del monte verso la Chiesa dell'Ascensione e salutasse il giorno della Natività di Maria con numerosi colpi di fucile. Testimonianze e scritti dell'epoca raccontano che i nuclei di Verzemma e del Ponte (quest'ultimo usava sparare un antico cannone saraceno) si contendessero la palma di primo quartiere cittadino ma tuttora non ci sono certezze su quale dei due sia stato fondato per primo. Nacquero poi tutti gli altri quartieri sino a raggiungere l'attuale numero di sette. Mentre gli altri usavano salutare la Suffragina al passaggio dell'Arca della Vergine durante la processione serale, che attirava numerosi fedeli anche dai paesi vicini, il nostro quartiere, ha sempre sparato a mezzogiorno davanti ad un pubblico per lo più di Recco. Per questo motivo la sparata è detta:
"A SPARÂ DI RECCHELIN" (la sparata dei recchelini).

 

i gatti de verzemma

Nel corso degli anni si susseguirono molti "sparatori" all'interno del quartiere, ed è quasi impossibile ricordarli tutti, soprattutto i più vecchi, ma in tutti è sempre stato vivo lo spirito che ancora oggi porta dei ragazzini a sacrificare tempo libero e ad impegnarsi per la continuità della festa. Fra i più famosi furono senz'altro gli otto fratelli Macchiavello (ö Loenso, ö Michelin, ö Cesao, ö Furti, ö Giovannin, ö Manoelo, ö Francesco, ö Mattelin) che ai primi del '900 curarono da soli e con pochissimi mezzi quella sparata così amata dai Recchelini. Essi trascinarono con loro altre persone e tutti assieme andarono a falciare boschi e fasce per guadagnare le cinque o dieci lire che sarebbero poi servite per comprare i primi fuochi d'artificio curati dalla ditta "Mosto" e successivamente dalla "Cicagnina".  Col tempo il numero dei componenti del quartiere aumentò e qui occorre ricordare:
ö Gitto,  ö Mario de Tann-e, ö Cesio, ö Angeo,  ö Gustin,  ö Breuxo, ö Rico, ö Gello dö Michelin, ö Gello, ö Luì dö Cantinn-a, tutti discendenti diretti di quegli otto fratelli già citati in precedenza. Altri ce ne furono ma, come purtroppo spesso accade, si dimenticano i nomi anche se non la preziosissima collaborazione. 

 

Ma non sono sempre state rose e fiori, infatti, nell'immediato dopoguerra, il quartiere subì una scissione. A seguito di una disputa per la partecipazione o meno alla festa di S.Rocco, alcuni componenti si divisero eleggendo come loro presidente " ö Gitto dö Manuelo". Un gruppo sparava i mascoli in fondo alla salita della frazione località “O Cannôu” nel corso dei festeggiamenti in onore di San Rocco, parrocchia dalla quale dipendeva e dipende tuttora; l’altro gruppo, sul greto del torrente antistante il Santuario del Suffragio, in occasione dell’otto Settembre. Per fortuna lo strappo si ricucì e il quartiere al completo tornò a sparare in entrambe le feste.

 

Ö TITTA

Un capitolo a parte merita certamente G.B. Macchiavello da tutti conosciuto come " ö Titta de Verzemma" figura d'indiscusso carisma non solo per noi, ma riconosciuto in tutta Recco come uno dei "Leader" della festa. Succeduto a " ö Luì de Pròu" come presidente del quartiere e rimasto in carica prima come presidente effettivo fino al 1994, poi come presidente onorario, fino alla sua tragica scomparsa nel luglio del 2002. Dopo la sua presidenza e quella del fratello Gustin, ne hanno raccolto il testimone i nipoti Renzo dö Gittö per più di un decennio e l'attuale presidente Tonino dö Mario, nel segno di continuità di una tradizione che ci rende unici. Oltre ai vari discendenti del ceppo Macchiavello, si sono aggiunti i parenti acquisiti e molti altri giovani; attualmente le forze del quartiere contano all'incirca 80 unità, operative nei vari settori (sparata, stand, sacchette).